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Chieti può evitare il dissesto. I nostri bilanci erano in equilibrio

Il sindaco Umberto Di Primio lo accusa di aver mandato sul lastrico le casse del Comune, e che per questo la città oggi rischia il dissesto finanziario. Lui, l’ex sindaco del centrosinistra, Francesco Ricci, ribatte che la relazione degli ispettori ministeriali afferma cose diverse da quelle opinate dal centrodestra.
A chi, i chietini, dovranno attribuire la responsabilità della paventata bancarotta? Vero o no che gli ispettori parlano soprattutto degli anni della sua amministrazione, dei debiti accumulati tra il 2005 e il 2010? «Quattro anni e mezzo su sei riguardano la mia amministrazione. Tutto vero. Ma dalla relazione ricavo un quadro diverso da quello che il centrodestra vorrebbe dipingere»
Che quadro ne ricava invece? «Un quadro positivo. Sono stati 5 anni in cui è ripartita una macchina amministrativa bloccata. Abbiamo realizzato opere pubbliche per oltre 82 milioni di euro. Faccio qualche esempio: la Villa era un posto dove non si poteva passeggiare neppure al mattino, perché era diventato un rifugio per tossicodipendenti e senza tetto; il Palasport ridotto a uno scatolone vuoto e, a Chieti Scalo, non c’era neppure un posto dove portare i bambini a giocare. Oggi ci sono tre parchi aperti alla città: via Amiterno, Celdit e San Martino. Li abbiamo fatti noi».
A quale prezzo? «La questione è semplice. A certificarla è la relazione degli ispettori: vero che abbiamo forzato l’indebitamento, ma nel contempo le entrate extratributarie sono state le più alte nella storia della città durante gli anni del centrosinistra».
Vuole dire che i vostri bilanci erano in equilibrio: più debiti ma anche più entrate? «Esatto. Non c’è mai stato nessuno squilibrio finanziario, soprattutto mai fu approvato alcun atto illegittimo come, al contrario, gli ispettori contestano all’amministrazione in carica».
Allude al bilancio di previsione 2011 approvato con la vostra opposizione? «Sì, proprio a quello. Parliamo di un documento finanziario che mai avrebbe dovuto essere approvato. E non lo diciamo noi, il centrosinistra. Lo spiegano in modo chiaro gli ispettori nella relazione di 150 pagine che ho studiato attentamente. Il problema è tutto qui: l’amministrazione Di Primio ha ottenuto l’equilibrio di bilancio con un atto illegittimo».
Il centrodestra continua però ad accusare la sua gestione. «Questo fa parte del loro modo di fare politica. Accusare gli altri senza mai assumersi la responsabilità di governare, soprattutto quando può apparire un compito molto difficile. Noi, al contrario, anche in questa fase di opposizione, abbiamo sempre cercato di avere un atteggiamento collaborativo. Persino sul bilancio di previsione 2011, quando in ogni modo si è cercato di convincerli a cambiare rotta. Non ci siamo riusciti. Adesso gli stessi rilievi arrivano dagli ispettori».
Vuole dire che non è stata fermata la spirale del debito innescata dalla sua giunta, nonostante il calo delle entrate extratributarie e l’aumento dei vincoli di bilancio ai Comuni? «Diciamo che se loro avessero voluto davvero cambiare rotta, come dicono, in primo luogo non avrebbero utilizzato l’avanzo di amministrazione per un milione 926 mila euro (applicato per un milione 910 nel corso del 2010). E soprattutto avrebbero dovuto abbassare il livello dei mutui. Al contrario, li hanno addirittura alzati nel 2011, come ancora una volta certificano gli ispettori ministeriali».
Anche il centrodestra contesta che la sua amministrazione ha utilizzato l’avanzo di bilancio presunto del 2007 «Sì, vero. Ma lo abbiamo fatto perché quell’avanzo di bilancio era stato certificato a consuntivo, soprattutto lo abbiamo utilizzato per ripianare i debiti del Teatro Marrucino. Che, come scrivono ancora gli ispettori, sono stati fatti dal 2001 al 2007. E qui mi consenta una battuta: nel caso del Teatro, è il centrodestra a vincere cinque (anni) a due rispetto al centrosinistra».
Debiti del Teatro, un autentico salasso per la sua amministrazione sia finanziario che politico. «Già. Ma sul Teatro vorrei chiarire una cosa: gli ispettori scrivono che non solo la soluzione da noi adottata era sostanzialmente corretta, quindi senza rilievi, l’unico dubbio riguarda la partita sui mancati trasferimenti regionali 2007-2008, pari a 740mila euro».
Cosa accadde? «Quei fondi, ancora oggi non versati dalla Regione, sono stati oggetto di una feroce campagna elettorale. Autorevoli esponenti del centrodestra vennero a Chieti per rassicurare che le risorse sarebbero state erogate. La verità è che nello stesso tempo la Regione tagliava un milione 150 mila euro finanziati dalla legge 40 del 2009. Risorse che poi fummo costretti a compensare attingendo dal bilancio comunale».
Come si esce da questa situazione finanziaria? «Per evitare il dissesto bisogna ridurre l’indebitamento sulle opere pubbliche con le devoluzioni dei mutui; fare oggi stesso un piano industriale per la Teate servizi e sperare che l’Imu diventi davvero una risorsa per il Comune».

(tratto da IL CENTRO di giovedì 1 marzo 2012)