Categorie
blog

Mio figlio Giampaolo campione d’Italia con la Virtus Bologna

Capitano mio Capitano, alza quella coppa, alzala alta.Ora non puoi vedere cosa c’è dentro, ma io lo so. Ci sono i 152.000 “suicidi” nella palestra della Stella Azzurra, le grida di Germano, i sacrifici, le rinuncie, le lacrime tue e nostre, le incomprensioni passate e recenti (tra cui diversi giornalisti di testate locali che ti mettono sempre uno o due punti di meno, visto che aspirano ad un 4 americano per una Virtus vincente – consiglierei Leday, annientato in quattro set -).

io, mia moglie e mio figlio Giampaolo Ricci, capitano della Virtus Bologna.

Ma che ne sanno loro di cos’è un Capitano? Uno che difende anche per chi non lo fa, che fa sempre il taglia fuori per far prendere i rimbalzi ai compagni, che va a bloccare su tutti, che rinuncia ad un tiro per far brillare il compagno, che in ogni gesto, in partita come nello spogliatoio o in allenamento, distribuisce energia, positività, unità, solidarietà di squadra, spesso rinunciando ai propri spazi, conquistati proprio con quei sacrifici? Già, che ne sanno? Eppure in quella coppa ci sono tante cose belle: l’amore sconfinato dei tuoi genitori, di Silvia, di tuo fratello e tua sorella, delle due famiglie di origine, di cui sei fantastica sintesi, dei tuoi e dei nostri amici. Ci sono la stima e l’affetto di tanti compagni di squadra e di tanti allenatori, non tutti certo, ma tanti per cui sei diventato amico vero. C’è il cammino universitario, anch’esso pieno di sacrifici e difficoltà, ma anche di soddisfazione e di gioia. C’è un po’ di Africa, un po’ di Roma, tanto di Casalpusterlengo, di Tortona, di Verona, di Cremona, tanta Bologna e tanta Chieti, in cui tutti dicono di ammirarti. Ci sono le oltre 1000 pizze non mangiate, i 10.000 pranzi e cene dietetici, le birre non bevute, le gite e le vacanze non fatte, le rinuncie di tutti i tipi.Allora tienila alta, quella coppa, perché anche se è solo una coppa con una medaglia, dentro c’è la tua vita, che, converrai con me, è valsa la pena vivere così fino ad oggi. Certo, ma veramente certo che il meglio deve ancora arrivare.
Capitano mio Capitano.
Papà.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *