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Domenica 8 Dicembre andiamo a votare. Io voterò per Matteo Renzi

Oggi Romano Prodi ha detto: “pur con tutti i suoi limiti il Partito Democratico resta l’unico strumento della democrazia partecipativa di cui abbiamo tanto bisogno”.

Sono d’accordo (manco a dirlo): chi mi conosce sa quanto sono stato in dissenso con il mio partito, recentemente, per tante scelte sia a livello nazionale sia a livello locale. Eppure anche questa volta vale la pena impegnarsi e partecipare.

Sto con Matteo Renzi: ho letto con attenzione i programmi dei tre competitor. Questa volta credo però che ci sia bisogno di uno che le cose le fa, ed in questo Renzi mi sembra il più capace: la sua storia di sindaco (e prima di presidente della Provincia) è limpida.
Poi il capolista della lista Renzi della Provincia di Chieti è Luigi Febo: insomma l’accoppiata funziona.
Lo ripeto: credo che valga veramente la pena partecipare: se votate Renzi, meglio, comunque partecipate.
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Acqua per Chieti: una storia infinita

Siamo in Consiglio Comunale per il Consiglio Comunale sull’acqua e per l’acqua.

Il tecnicismo nel quale ci siamo intorcinati non sarà facile da spiegare, ma ci provo.

La prima cosa da dire è che questo è il secondo consiglio in seconda convocazione su questo tema (il quarto consiglio quindi), segno che anche in Maggioranza non c’è questo entusiasmo per votare questa delibera. Ma cosa stiamo votando? Stiamo votando la cessione delle reti idriche e fognarie all’ERSI (Ente Regionale per il Servizio Idrico Integrato).

Questo ENTE regionale dovrebbe riunire sotto di sette tutte le reti idriche e fognarie di Abruzzo, e scegliere o “dare vita” ad una società di gestione che si occupi della erogazione dell’acqua e della manutenzione delle reti, partendo da una scelta di equità, e cioè la tariffa unica dell’acqua (è bene sottolineare come i cittadini abruzzesi paghino l’acqua prezzi diversi, e i cittadini di Chieti il prezzo più basso, grazie alle scelte della mia amministrazione). Ora questo passaggio all’ERSI è obbligatorio per legge, ma nelle more della realizzazione della nuova società di gestione, le reti di Chieti verranno gestite dall’ACA, carrozzone gestore dei servizi idrici dell’ambito pescarese, già noto alle cronache, purtroppo, per scandali e ruberie (delle quali la responsabilità politica è purtroppo del centro sinistra), ACA dalla quale la mia amministrazione è scappata via appena abbiamo trovato il cuneo legale che ce lo ha permesso, e nella quale questa amministrazione vuole immergersi (Consiglio di Amministrazione? Direzione?)

Questo passaggio vorrebbe dire per i cittadini di Chieti pagare la bolletta dell’acqua per lo meno un 40% in più. Ecco il perché di questa battaglia sacrosanta per dire: va bene il passaggio all’ERSI, ma lasciateci la gestione (oggi in carico al Comune di Chieti, unico nel suo genere), fino a che non ci sarà almeno la tariffa unica.

Ci stiamo battendo a fondo con l’ostruzionismo e quanto possa essere utile per evitare questa tragedia per le tasche dei teatini. L’unica nostra speranza sarà poi che l’ACA non riesca a “bollettare” prima del passaggio alla società unica, ma, con i debiti che ha l’ACA, è una flebile speranza. Vediamo come va a finire.

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Le Bugie hanno le gambe corte… e si smentiscono da sole

Mi hanno detto che gira su Facebook e su Internet più in generale una dichiarazione del sindaco, Avv. Di Primio che accusa, guarda caso, la mia amministrazione di aver creato questo casino sull’acqua a causa di debiti ingenti che solo grazie alle sua accurata gestione non hanno portato gravi conseguenze. La dichiarazione è corredata di numeri ridondanti ed in libertà.

Ho solo due cose da dire: la prima è che gli unici numeri veri sono quelli già pubblicati alla fine di giugno ultimo scorso, “certificati” dai revisori dei conti del Comune, che hanno scoperto tra l’altro che questa grande accuratezza ha generato un illecito amministrativo ed un debito fuori bilancio (pagamento di una rata del 2010 utilizzando un residuo del 2008), parere che allego di seguito, mentre non è stata lasciata una lira di debito.

La seconda è che non c’è nulla di più squallido, politicamente, che accusare altri, dei propri errori, mentendo, sapendo di mentire. Solo un bambino poteva credere ad una bufala simile, ma vale sempre la pena gettare il discredito sugli altri (almeno per consolare i propri tifosi). Ma com’è che poi la Giunta ha annullato la folle bollettazione?……a volte si fa più bella figura dicendo “Abbiamo sbagliato. Scusate”.

DAL PARERE DELL’ORGANO DI REVISIONE BILANCIO PREVENTIVO 2012 (pag 76 – 77)

p) Riguardo al contenzioso per forniture idriche per gli anni 2007 e 2008.

Nel corso dell’attività di verifica il Collegio ha riscontrato che l’esistenza di un mandato (n. 5028) del 09/06/2011 dell’importo di euro 1.381.949,07 (determina di liquidazione n. 1674 del 08/06/2011 e documentazione correlata). La spesa si riferisce al pagamento del canone per fornitura acqua relativa al 5° e 6° bimestre 2010 e il cui pagamento è stato imputato ad un residuo del 2008. Alla luce di quanto rilevato i residui per forniture idriche per l’anno 2007 e 2008 hanno subito un sensibile riduzione tanto da incidere significativamente sul grado di copertura dell’onere ingiunto all’ente con decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo, nel modo seguente:

Accantonamento/residui passivi                                                                      5.447.146,87

Importo decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo

ACA s.p.a.                                                                                                   -5.471.904,39

Differenza già segnalata nel paragrafo del contenzioso                                      24.757,52

Residui imporpriamente utilizzati                                                                -1.381.949,07

Debito da riconoscere                                                                                   -1.406.706,59

In tema nella sezione del contenzioso il Collegio ha provveduto a segnalare che è stata richiesta apposita relazione al settore competente e che alcuna risposta è pervenuta in proposito.

E’ quindi evidente che l’Ente abbia la necessità di riconoscere debiti fuori bilancio di importo rilevante. La trattativa in atto, confermata dall’Ufficio legale con nota del 18.2.11 (prot. 11838), risulta a questo punto fondamentale per la definitiva soluzione della questione ed esatta quantificazione del debito.

Il Collegio, avendo segnalato la questione nell’ambito del referto ai sensi dell’art.239 del TUEL, invita l’ente a provvedere ad opportuno riscontro ed ad adottare provvedimenti opportuni.

Per ulteriori informazioni leggi anche su Chietiscalo.it

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La stramaledetta questione della Burgo

Nell’ultimo Consiglio Comunale dedicato ai problemi della chiusura della Burgo, sono rimasto sorpreso ed amareggiato dalle voci che venivano dal lato dei lavoratori (soprattutto dal ragazzo in foto*) che sostanzialmente accusavano me della chiusura della gloriosa fabbrica della Madonna delle Piane. Poiché ritengo che, subito dopo gli operai e le maestranze teatine della Burgo, io sia stato la prima vittima di questa tragedia sociale, come Sindaco della città, sono intervenuto e mi sembra di aver chiarito ai presenti la mia posizione. A quel punto ho capito che l’accusa era più circostanziata e riguardava la demolizione delle strutture del vecchio sito: ho citato l’appunto di mia mano inserito in un verbale di una riunione nella quale il tecnico referente della Burgo per il progetto IN.TE. chiedeva al Comune di fare in fretta per avere il permesso di demolizione (10 nov. 2009). Come si può vedere io ho scritto: “non è possibile rilasciare permesso di demolizione, senza progetto (e relativo permesso) per la costruzione delle strutture che occuperanno l’area soggetta a demolizione)”. Bene visto che anche nel centro sinistra si è ritenuto questo documento fondamentale per chiarire la mia posizione, l’ho ritrovato ed ora lo pubblico su face book e sul mio sito, sperando che la calunnia, che è uno sport molto utilizzato nella nostra città, si allontani da un fatto  che ha provocato in me una ferita che sanguina ancora.

Voglio far riflettere quanti hanno vissuto gli atti di questo dramma sulla storia recente della chiusura delle più vecchia fabbrica teatina. Fui convocato insieme all’allora Presidente della Provincia Tommaso Coletti, ed al senatore della Repubblica, Giovani Legnini, dall’Ing. Cristiano, direttore aziendale nel 2006, presso la sede della Burgo a Chieti Scalo. Il Direttore ci annunciava che, a causa dell’approssimarsi dell’esaurimento della loro discarica localizzata presso il sito di loro proprietà dove venino smaltiti i fanghi di cartiera, esaurimento previsto da lì a due anni, la fabbrica avrebbe chiuso, diventando il prezzo di smaltimento dei fanghi stessi un peso troppo oneroso per l’azienda. Inoltre il costo dell’energia allo Scalo era troppo elevato, nonostante la Burgo stessa ne producesse autonomamente, con una sottospecie di turbina a gas. Chiedemmo del tempo, ma soprattutto la disponibilità a ripensarci qualora avessimo trovato la soluzione. La risposta fu positiva. Cercammo allora la soluzione e la prima che venne fuori fu quella di “bruciare” i fanghi in un processo di pirolisi, secondo il modello della centrale di Terni: tra l’altro le emissioni dell’eventuale impianto risultavano di gran lunga inferiori a quelle della turbina Burgo ed avevamo trovato il classico “piccione delle due fave”: non occorreva più la discarica perche i fanghi sarebbero stati pirolizzati, e nel contempo l’energia prodotta sarebbe stata utilizzata dall’impianto. Fu iniziato lo studio, mandati i fanghi a Terni, ma l’anno successivo, senza alcun preavviso l’azienda Burgo decise la chiusura del sito di Chieti, e fummo convocati a Roma per il primo confronto sindacale, dove capimmo che anche i sindacati nazionali avevano trovato già un accordo con Burgo per salvare gli stabilimenti di Avezzano e Sora e condannare quello di Chieti. Da allora ci siamo opposti in tutti i modi: abbiamo cercato nel più breve tempo possibile, anche attraverso l’intervento di persone che hanno dato la loro consulenza gratuitamente, di fare una cooperativa di operai, quadri ed ingegneri ex Burgo che producesse carta a Chieti Scalo ed avesse un marketing sempre allo Scalo. La Burgo ha rifiutato questa ed altre soluzioni (outsoursing, riduzione di spese, ecc.) presentando l’Ing. Merlino come il responsabile della soluzione secondo il loro punto di vista (e come previsto dalla legge) e quindi presentando il progetto IN.TE.

Arriviamo quindi permesso di demolizione, di cui abbiamo già detto, ma in questa sede mi sento di pubblicare l’ultima relazione sempre dell’assemblea con i lavoratori tenuta al patto chietino ortonese quando si parlava dell’insediamento Eurospin, dove si vede che la dismissione non è ancora avvenuta (e siamo nel 2010).

Perché questa precisazione anche di date? Perché in questo gioco molto praticato al massacro, dicendo certe verità, “senza voler accusare nessuno”, ma con il solo obiettivo di lanciare il sospetto e screditare qualcuno non nominato, nello stesso consiglio comunale un consigliere di maggioranza ha detto di essere a conoscenza, o per lo meno di sospettare, non si sa quali interessi dietro la crisi Burgo (se sa parli e vada alla Procura delle Repubblica). Personalmente, avendo vissuto di persona tutta la prima parte di questa tragedia, ho visto solo gli interessi di una azienda in crisi di cercare di ottenere il massimo risultato, con il minimo sforzo, facendo pagare il conto ai lavoratori ed ad un’intera città. La legge glielo ha permesso e la buona volontà più spesso enunciata dai vari emissari Burgo a parole si è dimostrata solo una presa per i fondelli. D’altronde ci fossero stati altri interessi oggi non avremmo una triste spianata al posto della gloriosa fabbrica, ma qualche villa megagalattica, o un grande albergo di lusso o un centro commerciale o un casinò o che so io. Inoltre quando il Sindaco Di Primio, sempre nello stesso Consiglio dice che il tempo per ricattare la controparte (intesa come Burgo – progetto IN. TE.) era il periodo della demolizione, sa che tutto quello che si poteva fare in termini ricattatori è stato fatto, nel rispetto delle leggi, che comunque prevedono che l’Ente Comune non si può opporre alla demolizione di strutture inattive in un sito privato.

Bene penso di aver chiarito ancora cose che pensavo fossero strachiare. Mi sento sempre vicino ai lavoratori Burgo e continuo a coltivare la speranza che possano essere ricollocati al più presto nel mono del lavoro e della produzione.