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Acqua per Chieti: una storia infinita

Siamo in Consiglio Comunale per il Consiglio Comunale sull’acqua e per l’acqua.

Il tecnicismo nel quale ci siamo intorcinati non sarà facile da spiegare, ma ci provo.

La prima cosa da dire è che questo è il secondo consiglio in seconda convocazione su questo tema (il quarto consiglio quindi), segno che anche in Maggioranza non c’è questo entusiasmo per votare questa delibera. Ma cosa stiamo votando? Stiamo votando la cessione delle reti idriche e fognarie all’ERSI (Ente Regionale per il Servizio Idrico Integrato).

Questo ENTE regionale dovrebbe riunire sotto di sette tutte le reti idriche e fognarie di Abruzzo, e scegliere o “dare vita” ad una società di gestione che si occupi della erogazione dell’acqua e della manutenzione delle reti, partendo da una scelta di equità, e cioè la tariffa unica dell’acqua (è bene sottolineare come i cittadini abruzzesi paghino l’acqua prezzi diversi, e i cittadini di Chieti il prezzo più basso, grazie alle scelte della mia amministrazione). Ora questo passaggio all’ERSI è obbligatorio per legge, ma nelle more della realizzazione della nuova società di gestione, le reti di Chieti verranno gestite dall’ACA, carrozzone gestore dei servizi idrici dell’ambito pescarese, già noto alle cronache, purtroppo, per scandali e ruberie (delle quali la responsabilità politica è purtroppo del centro sinistra), ACA dalla quale la mia amministrazione è scappata via appena abbiamo trovato il cuneo legale che ce lo ha permesso, e nella quale questa amministrazione vuole immergersi (Consiglio di Amministrazione? Direzione?)

Questo passaggio vorrebbe dire per i cittadini di Chieti pagare la bolletta dell’acqua per lo meno un 40% in più. Ecco il perché di questa battaglia sacrosanta per dire: va bene il passaggio all’ERSI, ma lasciateci la gestione (oggi in carico al Comune di Chieti, unico nel suo genere), fino a che non ci sarà almeno la tariffa unica.

Ci stiamo battendo a fondo con l’ostruzionismo e quanto possa essere utile per evitare questa tragedia per le tasche dei teatini. L’unica nostra speranza sarà poi che l’ACA non riesca a “bollettare” prima del passaggio alla società unica, ma, con i debiti che ha l’ACA, è una flebile speranza. Vediamo come va a finire.